L’EDPB ha emesso ieri (17 aprile 2024) la tanto attesa decisione qui sulla questione del #payorok, ovvero se sia legittimo, ai sensi del GDPR, che i titolari del trattamento subordinino l’accesso a determinati servizi online (come #facebook) al consenso dell’interessato alla pubblicità comportamentale o, in alternativa, al pagamento di un corrispettivo per accedere al servizio senza pubblicità.
La decisione non è così sorprendente in quanto:
– è rivolta solo alle grandi piattaforme online (definite nel provvedimento)
– in questo senso afferma che presentare agli interessati solo una scelta binaria può, nella maggior parte dei casi, non essere compatibile con i principi generali del #gdpr di cui all’articolo 5 del GDPR
– dovrebbe essere offerta almeno una terza scelta, ovvero un servizio non supportato da pubblicità comportamentale (come la pubblicità contestuale) e in tal caso comunque non a pagamento.
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In sostanza, e in breve, questa decisione consolida una tendenza che mette insieme la protezione dei dati e le considerazioni sul potere economico, come abbiamo visto nel #dma e nel #dsa e la principale conseguenza per gli operatori del settore è, a mio avviso, questa. Nel momento in cui vengono definiti nuovi modelli di business e la tecnologia si evolve, dobbiamo sempre tenerlo a mente.
L’aspetto innovativo di questa decisione è che l’#edpb ha de facto qualificato Facebook e simili come una sorta di infrastruttura essenziale per la vita sociale di rilievo giuridico e credo che non si possa tornare indietro.